“Mr. Nobody” di Jaco van Dormael

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Ieri sera mi sono imbattuta per caso in questo film che mi ha lasciata strana.
Strana in che senso?
Proverò a spiegarvelo.

E’ stata per me una visione del tutto inaspettata poiché si è trattato di uno di quei film che scegli completamente a caso, del tipo: “Oh, ha un titolo carino, conosco l’attore principale, è un film famoso…ok, lo guardo”…senza leggere recensioni, trama, senza vedere trailer (e questo mi succede spesso, sono sincera); quindi la mia reazione alla fine del film è stata un qualcosa a cui non ero minimamente preparata, e ho dovuto prenderne un po’ le distanze per capire che in fondo avevo apprezzato la visione.

Siamo nel 2092. L’umanità ha raggiunto l’immortalità attraverso un continuo rinnovamento cellulare ottenuto grazie a un processo di telomerizzazione, e guarda con curiosità Nemo Nobody, l’ultimo essere umano mortale che, alla veneranda età di 118 anni, si appresta a morire. Prima però gli vengono fatte numerose interviste e sedute psichiatriche perché il poveretto sembra ricordare ben poco della sua vita. E quello che ricorda è confuso, come se avesse vissuto più volte.

La trama si articola su più livelli narrativi, tanti quante sono le vite vissute da Nemo.
Il risultato è che allo spettatore sembra di guardare situazioni contrastanti tra loro o che comunque non possono convivere nella vita della stessa persona. E si ha quindi una sensazione di smarrimento fino ad una manciata di minuti dalla fine, quando si capisce il senso di tutto quello che si è visto. E questo è alquanto destabilizzante perché sei lì che cerchi di capire qual è la storia realmente accaduta e qual è il vero passato del signor Nobody.

Nemo, nella sua ultima intervista, racconta tutte le sue possibili vite derivate da tutte le scelte che avrebbe potuto fare nell’arco delle sue numerose vite…e non esiste una sola verità, ma ce ne sono infinite.

Il film si poggia interamente su alcune teorie di fisica quantistica elaborate negli anni ’60, che sono:

  1. la Many Words Interpretation (MWI), ovvero la teoria dei mondi paralleli;
  2. la teoria del Caos che prevede l’effetto “farfalla”, cioè il fenomeno secondo il quale, all’interno di un sistema complesso, da minime variazioni derivano conseguenze in buona misura imprevedibili;
  3. la teoria cosmologica del Big Crunch e le possibili ricadute sull’andamento cronologico dell’universo.

Infatti secondo alcuni studi, ancora non comprovati dalla scienza ufficiale, un’inversione del processo di espansione dell’universo (che nel film ha inizio il 12 febbraio 2092, ovvero qualche istante dopo la morte di Nemo Nobody) potrebbe provocare una sorta di“inversione del tempo”.

Tutto questo giustifica la coesistenza delle molte linee di sviluppo narrativo del film, poiché Nemo (come tutti noi) potrebbe vivere infinite vite, ognuna diversa dalla precedente.

Ma perché nell’intervista dei suoi 118 anni le ricorda tutte, come se la sua memoria potesse muoversi da una dimensione all’altra liberamente?

La risposta sta in un altro punto cruciale del film: Nemo può prevedere tutti i futuri possibili.

E quindi?
Qual è il significato ultimo del film?
E’ tutta una previsione del piccolo Nemo che prevede i suoi diversi futuri dal momento in cui i genitori, in procinto di separarsi, gli chiedono di scegliere con chi restare, oppure è il racconto di un uomo che riesce a ricordare le sue infinite vite che si svolgono tra l’avanzamento e il riavvolgimento temporale?

Penso che le due chiavi di lettura siano entrambe corrette.

In conclusione direi che si è trattato di una bella scoperta. Era parecchio tempo che non avevo occasione di vedere un film soddisfacente, non banale e che mi desse modo di pensare a cose che non rientrano nel quotidiano.

Fatemi sapere cosa ne pensate e se lo avete visto.

Vi saluto e vi rimando alla prossima.

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